Carta e cartone a contatto con alimenti: quale scegliere?

Facciamo un po’ di chiarezza  

A cura dell’Ufficio Qualità Esseoquattro

La scelta del corretto packaging che andrà a contatto con un alimento è fondamentale per tutelare la salute del consumatore e salvaguardare le caratteristiche dell’alimento stesso.

Il regolamento europeo vigente richiede che l’imballo sia prodotto in conformità alle buone pratiche di fabbricazione e non trasferisca al cibo componenti in quantità tali da:

  • comportarne una modifica inaccettabile
  • deteriorarne le caratteristiche organolettiche
  • costituire un pericolo per la salute umana

Secondo la legislazione italiana, più severa e complessa, è importante stabilire che tipo di alimento entrerà in contatto con il materiale cartaceo, e in funzione di questo aspetto la composizione della carta dovrà sottostare a specifiche limitazioni definite dall’articolo 27 del DM 21/3/73.

In generale, per cibi umidi e grassi, definiti con alto potere estrattivo e soggetti a prove di migrazione, si devono utilizzare carte non riciclate, con un alto contenuto di fibra (> 75 %) ed un basso contenuto di cariche (< 10 %).

Per gli alimenti secchi, definiti con basso potere estrattivo e non soggetti a prove di migrazione, è consentito l’uso di fibre di recupero ed è sufficiente che il contenuto di fibre totali sia superiore al 60 % mentre le cariche possono arrivare al 25 %.

Alimenti ad alto potere estrattivo Alimenti a basso potere estrattivo
Carni d’ogni specie zoologica Paste alimentari
Prodotti trasformati a base di carne Prodotti della panetteria secca, della biscotteria e della pasticceria secca
Formaggi Frutta, ortaggi e loro derivati
Pasticceria fresca Frutta intera, fresca o refrigerata
Alimenti fritti o arrostiti. Ortaggi interi, freschi o refrigerati
Alimenti congelati e surgelati
Piante aromatiche ed altre piante
Spezie ed aromi allo stato naturale
Secondo DM 220 del 26 Aprile 1993

 

L’impiego delle fibre di recupero per imballo a contatto diretto con gli alimenti è quindi limitato ai soli alimenti secchi e solo se la carta ottenuta con queste fibre di recupero rispetta i rigidi requisiti di purezza definiti dal DM 21/3/73.

 

È il produttore di packaging che deve comunicare esattamente al consumatore finale la destinazione d’uso dell’imballo, nel modo più semplice, completo e corretto possibile, al fine di evitare utilizzi scorretti o non idonei.

Se un imballo riporta il simbolo di idoneità al contatto alimentare

D.M. 21/3/73 e s.m.i.

 

non accompagnato da diciture aggiuntive significa che è imballo idoneo al contatto con tutti gli alimenti; se il simbolo è accompagnato da frasi aggiuntive quali “solo per alimenti non soggetti a prove di migrazione” bisogna prestare attenzione perché l’imballo può essere utilizzato solo per alimenti secchi.